CECILIA RAVERA ONETO  
 pittore
Camogli 3 gennaio 1918 - Genova 27 ottobre 2002 
Uno dei più importanti pittori del Ventesimo Secolo in Liguria
mostre personali 
one-man-shows exibitions 
1954-Genova- GALLERIA R. ROTTA  
1959- Milano- GALLERIA SAN BABILA  
1960-Milano- GALLERIA BOLZANI  
1963-Genova- CENTRO ART.GIOVENTU' IT.  
1964-Milano- GALLERIA VINCIANA  
1965-Genova- GALLERIA R. ROTTA  
1967-Torino- GALLERIA MARTANO  
1967-Lecco- GALLERIA CA' VEGIA  
1967-Brescia- GALLERIA ABBA  
1970-Genova- GALLERIA CARLEVARO  
1971-Monza- GALLERIA AGRATI  
1971-Palermo- GALLERIA FLACOVIO  
1975-Genova- GALLERIA IL VICOLO DUE  
1975-Genova- GARDEN GALLERY  
1977-Firenze- GALLERIA IL GABBIANO  
1981-Genova- GALLERIA IL PUNTO  
1984-Genova- CENTRO LE PRIGIONI  
1984-Pinerolo- PALAZZO VITTONE  
1986-Genova- GALLERIA IL PUNTO  
1987-S.Margherita Ligure- GALL. IL LEUDO  
1988-Milano- GALLERIA KRITERION  
1989-Genova- GALLERIA R. ROTTA  
1991-S.Margherita Ligure- GALL. IL LEUDO  
1994 e 1995-Milano Novegro- MIART (stand)  
1995-Genova- ORDINE DEGLI ARCHITETTI  
1995-Bergamo- BANCA POPOLARE MILANO  
1995-Genova- CENTRO DON BOSCO  
1996-Genova- ARTE CLUB IL DOGE  
1996-Albissola- CENTRO ART. BONELLI  
1996-Genova- CHIOSTRO del CLAPEDUM  
1997-S.Margherita Lig.- VILLA DURAZZO  
 
1997-Genova- AMICI DI ALBARO  
1999-Pinerolo- PINACOTECA CIVICA  
1999-Genova- VILLA DURAZZO BOMBRINI  
2002-Genova- CENTRO ARTE SATURA  
2002-Genova- GALLERIA IL LEUDO  
video sulle mostre 
 
 
 28 Ottobre 2005 - 30 Ottobre 2005 
Al padiglione D della Fiera di Genova nell'ambito di TUTTANTICO   
“Una vita per l’arte”, omaggio retrospettivo 
alla camogliese Cecilia Ravera Oneto, scomparsa nel 2002, al termine di un 
viaggio artistico nelle atmosfere della Liguria.
 
 
 
L’omaggio al Maestro 2010 è dedicato a Cecilia Ravera Oneto 
FlorArte è curata dall’ associazione Amici di Nastrè, presidente Nalda Mura, e dall’Assessorato al Turismo, assessore Mauro Gavazzi, con il patrocinio della Regione Liguria, Assessorati al Turismo e all’Agricoltura, della Provincia di Genova, Assessorato al Turismo, dell’Ente Parco del Beigua. 
 
 
Cecilia Ravera Oneto 
presenze industriali nel paesaggio 
 
Il paesaggio industriale 
Una rilettura degli allievi  
dell'Accademia Ligustica 
    
Museo dell'Accademia Ligustica  
di Belle Arti 
GENOVA dal 13 dicembre 2012 al 15 gennaio 2013
 
Dodici artisti a confronto con l’opera di Cecilia Ravera Oneto 
Protagonista la pittrice ligure (1918-2002) che studiò a Torino. L’inaugurazione giovedì 5 marzo 2015 ,alle 17,30,  
Torino  al Palazzo della Giunta regionale.  
da venerdì 6 a mercoledì 18 marzo 2015  
Interessante e intrigante per constatare alcuni degli esiti più significativi dell’arte attuale, la mostra allestita al primo piano del Palazzo della Regione Piemonte, che ha a protagonista Cecilia Ravera Oneto, genovese, ma formatasi all’Albertina e al Politecnico di Torino, le cui opere sono poste a riferimento e come termine di confronto con una dozzina di giovani artisti di provenienza internazionale, dall’Italia, ma anche dall’Est europeo, dalla Cina, dal mondo di cultura ispanica, quarant’anni anni il più “anziano”, ventiquattro il più giovane. 
Ci sono naturalmente analogie nei soggetti (la città industriale e la realtà portuale, il mondo vegetale, gli effetti della luce artificiale, le strutture architettoniche dei capannoni industriali, la fabbrica, i grandi macchinari, i materiali industriali), trattati tuttavia dai giovani artisti secondo la sperimentazione più avanzata del XX secolo: più avanzata abbiam detto, tuttavia datata di molti decenni, dagli inizi del XX secolo al pieno Novecento, dal momento che non sono certo cosa nuova l’impiego delle luci al neon, sebbene qui comandate da files inseriti in computer, le “manipolazioni” di antichi monumenti cui sono applicate parti  in materiale comune e deteriorabile, le immagini fotografiche con relativi effetti di dissolvenza tratte dal mondo industriale, i particolari iperrealistici e ingigantiti di motori Diesel, l’impiego di ritagli di gomma similpelle, le sinestesie fra luci e musica, tutti effetti già largamente presenti nelle Biennali veneziane degli anni Settanta, e già allora in certo senso datate risalendo al Futurismo o al Dada, ma percorse da un differente élan vital. Tutto ciò non significa che si tratti di opere dallo scarso valore: affatto, ma è evidente segno che l’espressione artistica è giunta almeno – almeno – mezzo secolo fa agli esiti che oggi giovani e giovanissimi artisti ripropongono. Del resto è significativo quanto risulta anche ad uno sguardo superficiale dell’insieme della mostra: i paesaggi industriali espostidella Cecilia Oneto “ingigantiti” nelle strutture d’acciaio e cemento, risalgono agli Anni 50-60. 
Cecilia Ravera Oneto – personalità di spicco del mondo culturale genovese – nasce a Genova nel 1918, figlia di un ufficiale di marina.  Inizia gli studi artistici a Genova, al liceo “Barabino”, ma la formazione matura si svolge all’Albertina di Torino, quando vi insegna fra gli altri  Casorati, e al nostro Politecnico. E’ dunque sui venticinque anni, quando la guerra a Genova si fa pesantemente sentire e lei è disegnatrice alle Officine Ansaldo: è qui probabilmente, che è affascinata dai grandi macchinari del porto o destinati al porto, dai grandi motori. E’ qui che avverte anche la situazione delle maestranze della maggior industria meccanica di Genova e non solo, là dove si fabbricano le strutture gigantesche dei grandi motori e delle carene delle navi, là dove operano le “immense” mancine che svuotano o riempiono il grande ventre dei mercantili, o, mosse su binari, spostano i grandi pezzi che l’Ansaldo produce. 
Passa la guerra, tragica a Genova come a Torino, dilaniate dai bombardamenti. Nel ’47 sposa Mario Ravera, medico e docente universitario, che muore prematuramente: anche l’ambiente degli ospedali e delle sale operatorie colpisce la sua fantasia. In fondo il tema è lo stesso. Nella produzione ispirata alla grande industria le immense strutture, ora – ingigantiti – i particolari delle sale mediche operatorie, i medici e gli infermieri trasformati in misteriosi e inquietanti esseri dai camici integrali che li incappucciano, dai guanti, dai grandi occhiali. Gli stessi volti, le lampade, i particolari sono ingigantiti e smembrati nella luce irreale verdastra o rossastra, sì che non pare esservi traccia d’umanità.    
Nella natura – la natura ligure splendida in tanta pittura di ascendenza romantica otto e novecentesca – ella coglie l’inquietudine che poeti come Sbarbaro e Montale, ma anche i grandi poeti in lingua locale, come Firpo, Mimmo Guelfi ed altri, quest’ultimo anche grande silografo e incisore, vi scorgono: la stessa grandiosità dello spettacolo naturale ha in sé la cifra dell’inquietudine – è già tema leopardiano, ma la pittura della Ravera grande nelle dimensioni, molto materica (preme direttamente dal tubetto e spalma con le dita oltre che con grandi pennelli i colori) ha diverso impatto, talora una certa asprezza che bilancia la struggente bellezza delle tonalità della gamma dell’azzurro o del rosso. E’ soprattutto dagli Anni 80 che ella riprende i soggetti del mare e degli scogli, degli oliveti e dei giardini: motivo ricorrente la glicine in piena fioritura che cresceva rigogliosa sul suo terrazzo di via Puggia a San Martino, quartiere di Genova – come è noto – un tempo luogo di villeggiatura dell’aristocrazia, come la contigua Albaro. Lì era la sua abitazione e studio dove operava e donde partivano le opere esposte in tante città, da Bolzano a Vasto a Palermo, da Imperia a Milano, a Bergamo. Pratica anche la stampa da silografia e da lastra incisa ed ha un grande maestro, Luigi Servolini. 
La sua arte struggente e “violenta” ha attratto l’interesse di molti critici e illustri studiosi, da Beringheli a Bernardi, a Zanzi, alla Bossaglia, a Carluccio, a Kaisserlian, a Marcenaro. Sue opere sono state presentate in varie edizioni delle mostre annuali e in una mostra monografica a Palazzo Vittone di Pinerolo. La mostra torinese, pur di grande prestigio, si sofferma sulla sua pittura a soggetto industriale, dagli Anni 60 al 1980: non vi compaiono quindi quelle fasi delle sale ospedaliere, della natura indagata in paesaggi mai volti alla piacevolezza – ma sono bellissimi – o all’edulcorazione che Genova e la Riviera hanno tanto spesso suggerito ai pittori dal Rinascimento al Romanticismo al Novecento, ma considerata in una dimensione – questa sì di ascendenza romantica – esistenzialistica, talora struggente, talora aspra e rocciosa.  
 
 
Camogli, Palazzo Comunale dal 1agosto al 15 settembre 2015a 
Cecilia Oneto nasce a Camogli il 3 gennaio 1918 da Valerio – marinaio sui velieri prima e cambusiere sui transatlantici poi – e da  Santina Castello, alla quale va il merito di aver compreso ed incoraggiato le attitudini artistiche della figlia.Iscrittasi quindicenne al liceo artistico “Barabino” di Genova, consegue la maturità presso il Liceo dell’Accademia Albertina di Torino e frequenta per tre anni il Politecnico del capoluogo piemontese, ma a causa degli eventi bellici non termina gli studi di architettura.Negli anni della guerra s’impiega quale disegnatrice alle Officine Ansaldo di Genova, maturando così quell’interesse verso il paesaggio industriale che caratterizzerà un’ importante stagione della sua pittura.Nel 1947 sposa Mario Ravera, medico e ricercatore, che sarà determinante a rivolgere il suo interesse artistico verso l’ambiente della medicina e dell’indagine scientifica.Insegna intanto disegno e storia dell’arte.Pur avendo iniziato a dipingere giovanissima negli Anni Trenta, esordisce pubblicamente solo nel 1953 partecipando alla Mostra Regionale d’Arte Ligure organizzata nei locali dell’Accademia Ligustica.Nello stesso anno partecipa – insieme ad Antonio Schiaffino, Francesco Dal Pozzo e Romolo Pergola – alla Prima Mostra d’arte di Camogli, promossa sotto gli auspici della Civica Amministrazione, che si propone “di propagare le bellezze del paesaggio compreso nel Comune”.Nel 1954 tiene la sua prima personale alla Galleria Rotta di Genova.La sua pittura è inizialmente caratterizzata da una maniera prossima al post-impressionismo, con cui svolge paesaggi della Riviera e temi domestici.Nella seconda metà degli anni Cinquanta avverte nel paesaggio industriale lo stimolo per un mutamento del proprio linguaggio, che diverrà ancora più marcato con le immagini dell’Italsider e con il ciclo dedicato all’ “Ars medica” degli anni Sessanta, in cui si avvicina agli ambienti della “Nuova figurazione”.Anche in virtù dell’amicizia di Luigi Servolini si dedica all’incisione e alla xilografia.Superati gli anni Settanta – durante i quali il suo studio del paesaggio del porto di Genova, attraverso tagli inusuali, raggiunge esiti rarefatti, non dissimili da quelli del ciclo rivolto alla medicina e alla ricerca scientifica – ritorna a un proprio personale espressionismo.Dagli anni Ottanta sviluppa decisamente una pittura dai tratti violenti e sensuali con la quale riprende il proprio rapporto con la natura della Liguria: il mare, gli scogli, gli oliveti, i giardini fioriti.La sua pennellata s’ispessisce di materia talora dura e cupa, trascrive emozioni marine e ritorna ai paesaggi liguri da cui era partita.Raggiunge così un’esuberanza espressionistica con colori accesi e tratti forti, resa ancora più drammatica nelle immagini notturne.Cecilia Ravera Oneto ha partecipato ad innumerevoli esposizioni collettive e tenuto numerose mostre personali.Muore a Genova il 27 ottobre 2002.Suoi dipinti si trovano a Genova nella Galleria d’Arte Moderna, nel Museo dell’Accademia Ligustica, nelle collezioni d’arte della Banca Carige, nella Clinica Medica dell’Università; nella Collezione Civica d’Arte di Pinerolo, nella Pinacoteca di Dozza, nel Museo  Garibaldino e nella Pinacoteca Comunale di Marsala; nell’Istituto Pigorov di Medicina Pediatrica di Odessa, nella  Collezione Ciasp di Berna, nella Bertrand Russell House di Nottingham ed in numerose collezioni private in Italia e all’estero. 
Questa mostra – nell’intento di rendere omaggio alla memoria dell’illustre concittadina – presenta una serie di quadri risalenti a differenti periodi della vita di Cecilia Ravera Oneto accomunati da un tema ben preciso, peraltro ricorrente nella sua opera: il legame profondo dell’artista con il luogo natale e con la famiglia d’origine.
nel corso del 2018 hanno avuto luogo alcune manifestazioni pubbliche per i cento anni dalla nascita dell' artista 
 
a cento anni dalla 
nascita dell'artista 
il MU.MA. 
Galata Museo del Mare 
nel Porto Antico  
di Genova 
Via De Mari, 1 
ospita la mostra  
antologica 
dedicata a 
CECILIA RAVERA ONETO 
dal 28 giugno 
al 2 settembre 2018 
a cura di 
Colette Dufour Bozzo 
Stefano Zuffi