CECILIA RAVERA ONETO  
 pittore
Camogli 3 gennaio 1918 - Genova 27 ottobre 2002 
Uno dei più importanti pittori del Ventesimo Secolo in Liguria
La donazione dell'Artista alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Genova-Nervi e la mostra allestita presso le Raccolte Frugone  1 - maggio / 29 - agosto- 2004  
 
 
 
01/05/2004 - 27/06/2004  
OMAGGIO AD UNA PITTRICE CECILIA RAVERA ONETO  
Genova Parchi di Nervi Raccolte Frugone  
Si ricorda l'artista attraverso le venti opere che lei stessa ebbe modo di donare alla Galleria d'Arte Moderna di Genova un anno prima della morte. La mostra e il catalogo, curati da Maria Flora Giubilei, con saggio e apparati documentari di Alessandra Gagliano Candela, rientrano nelle proposte di "Viaggio intorno all'opera" (m&m - maschietto&ditore, Firenze), iniziativa di varie esperienze culturali giunta al suo quinto appuntamento. Alla fine dell'inaugurazione seguirà un brindisi.Le opere - da L'ora del te del 1940, a Fabbrica del 1965, all'Autoritratto del 1985, a Notte sulla città del 1994, per citare alcuni titoli significativi tra i venti pezzi donati, oltre alle sue tre tavolozze, tra cui la sedia-tavolozza - si offrono come un ventaglio articolato del lavoro della pittrice e consentono di tracciarne il percorso, dagli esordi ai tempi più recenti, attraverso i generi che l'artista ha sistematicamente affrontato nell'arco di circa mezzo secolo del Novecento, tra sperimentazioni cromatiche fauve, inquietudini espressioniste e ricerche d'astrazione: il paesaggio ligure, con o senza figure, gli interni della quotidianità, gli insediamenti industriali, le sale chirurgiche, gli autoritratti. Lo scavo nella formazione dell'artista, nelle motivazioni culturali della sua carriera è stato facilitato dai materiali del consistente archivio che i figli, Giuliano e Marina Ravera, hanno voluto donare alla Galleria d'Arte Moderna nel 2002, dopo la morte della madre. Avviata alla pittura e alla musica all'età di dieci anni, secondo parametri educativi borghesi, Cecilia Oneto ebbe modo di formarsi artisticamente tra Genova e Torino, dove sono documentati rapporti con l'Accademia Albertina nel momento della docenza di Felice Casorati, e un'iscrizione al Politecnico del capoluogo piemontese. Disegnatrice alle Officine Ansaldo durante il periodo bellico, impiego che forse stimolò il suo interesse per futuri paesaggi industriali, Cecilia Oneto esordì nel 1953 alla Mostra Regionale d'Arte Ligure organizzata nei locali dell'Accademia Ligustica e nel 1954 si sposò col medico Mario Ravera, al cui ambiente di lavoro dedicherà numerose tele. Fu l'inizio di una lunga attività espositiva che la vide al Premio del Golfo dei Poeti di Spezia e ai Premi Vado Ligure e Suzzara nel 1954, ai concorsi dei premi Albisola del 1957, Pignone nel 1966, Vasto nel 1968; alle Gallerie Rotta, Carlevaro, Vicolo Due, Le Prigioni di Genova, Vinciana e Kriterion di Milano, Flacovio di Palermo, in strutture pubbliche liguri con mostre collettive e monografiche, recensita da Dino Gambetti e da Emilio Zanzi, presentata da Germano Beringheli e da Rossana Bossaglia. 
Catalogo della mostra in vendita presso il museo al prezzo scontato di Euro 10 (m&m-maschietto&ditore, Firenze)
 
RICORDO DI UNA PITTRICE  
Nel maggio 2001 ebbi modo di conoscere Cecilia Ravera Oneto: mi aveva cercata, sollecitata da Rossana Bossaglia che aveva presentato nel 1999 il suo lavoro in una mostra - perchè voleva donare alcune tele alla Galleria d'Arte Moderna di Nervi, nelle cui collezioni non figurava ancora. La visita alla sua casa-studio, nella zona di San Martino a Genova, fu l'occasione per conoscere una persona gentile, lieve e gioiosa, semplice ma ricca di una contagiosa forza vitale nella gestualità particolare delle mani nodose, segnate dalla pittura. Le stanze di quella villa dall'aspetto vissuto, quasi fermo nel tempo, raccontavano attraverso un intenso percorso espositivo forse meditato, i momenti più intimi e quelli più ufficiali di una carriera che si era snodata lungo gli ultimi cinquant'anni del XX Secolo. Le opere erano dappertutto, erano i veri arredi della casa che si svolgeva attorno ad una scala, fino allo studio coi quadri freschi, passando per piccoli recessi con pennelli, barattoli, strumenti di lavoro e pure un'incredibile sedia-tavolozza. L'artista aveva già immaginato una scelta di olii e , insieme, completammo il percorso di una rassegna, traguardando un contenuto progetto di mostra che oggi si realizza. La freschezza cromatica di timbro bonnardiano e la solidità postcasoratiana dei primi lavori si stemperavano nele immagini di una natura ligure fortemente interiorizzata, si esasperava nelle difformità ancora espressioniste di lucidi autoritratti, si potenziava nelle immagini dei complessi industriali, fantasmagorici e perentori, nel loro icastico linguaggio quasi da affiche , iperboliche "architetture" utopiche sature di colore. A giugno ci eravamo riviste al museo delle Raccolte Frugone: erano in mostra le opere di Giovanni Novaresio, frutto di una precedente donazione. Era stata per me l'occasione di ripercorrere le collezioni del museo e quei nuovi lavori anche attraverso i suoi occhi acuti e pronti, quelli di una pittrice che fino all'ultimo, con l'umiltà dell'intelligenza, tutta ha voluto concedersi alla passione per la pittura.  
MARIA FLORA GIUBILEI  
Raccolte Frugone - Villa Grimaldi Fassio Viaggio intorno all'opera n.5  
a cura di Maria Flora Giubilei , saggio di Alessandra Gagliano Candela  
"OMAGGIO A UNA PITTRICE - CECILIA RAVERA ONETO"  
m&m Maschietto editore Firenze - aprile 2004
 
Pochi mesi ancora e si riapriranno i battenti di Villa Salzzo Serra, sede della Galleria d'Arte Moderna che si offrirà al pubblico con un nuovo allestimento, arricchita dalle opere della Collezione di Mitchell Wolfson jr. In questi ultimi anni numerose sono state le donazioni di opere al Museo, seppure chiuso; atti di generosità e di fiducia nei confronti delle istituzioni e del loro impegno per la conservazione dei patrimoni alle posterità. E una seconda missione caratterizza la natura delel collezioni pubbliche: la divulgazione della conoscenza delle raccolte, il mantenimento di un'attenzione viva sulle stesse opere attraverso azioni di valorizzazione diversificate, dallo studio scientifico, all'iniziativa di intrattenimento culturale, al laboratorio didattico, all'esposizione. Un anno prima di morire, Cecilia Ravera Oneto ha voluto generosamente donare alla Galleria d'Arte Moderna un ventaglio delel sue opere, documenti preziosi per raccontare, attraverso il Museo, un'esperienza di pittrice giocata tra ritratti, interni, sale operatorie, paesaggi e luoghi industriali di Liguria. Un tassello di storia d'arte e di vita che oggi possiamo presentare al pubblico e che, per ricchezza di contenuti e di riferimenti culturali, oltrepassa i confini ligustici e si salda alla complessa realtà artistica del Novecento italiano.  
Luca Borzani  
Assessore alle Istituzioni Museali Comune di Genova  
Presentazione della Mostra presso il Museo delle Raccolte Frugone - Villa Grimaldi Fassio Genova-Nervi
"Mentre, arrampicata su uno di quelli che io chiamo ponti e "loro" chiamano con nomi tecnici e astrusi o, col cavalletto legato alla ringhiera per resistere al vento, guardo, dai novanta metri di altezza del gasometro i miei soggetti, converso con me stessa. Disegno rabbiosamente strutture, pinnacoli, tubi che rompono il cielo, dipingo mentre ne respiro l'aspro e velenoso aroma, gas e fumi dai colori più strambi e penso e polemizzo..."  
Sono le parole con le quali Cecilia Ravera Oneto descrive il proprio lavoro, per meglio dire racconta una porzione importante del proprio lavoro, quella dei paesaggi industriali incominciata negli anni Sessanta e ben testimoniata in questa donazione. Fabbrica del 1965 evoca nella fumosa gamma dei grigi l'atmosfera descritta dalle sue parole. I disegni delle strutture del porto degli anni Settanta, il primo datato 1977, testimoniano di opere concepite in situazioni simili. La vasta produzione della pittrice sembra organizzarsi intorno a due o tre linee di ricerca, che ciclicamente ritornano, anche a distanza di anni, tutte accomunate da un'attenzione acuta al soggetto, penetrato e vissuto fino a ripetere nel gesto pittorico corposo l'emozione provata: il paesaggio ligure, con o senza figure, quello industriale evocato nella sua potenza e l'interno anche intimo con figure, o asettico dell'ambiente medico. Artista versatile, la Ravera Oneto ha attraversato buona parte del Novecento, declinando il proprio linguaggio fino alle soglie dell'astrazione, con inesausta attenzione a quel dato reale che sempre costituisce l'avvio della sua pittura, con spirito aperto alle novità e continuo amore per la pittura.  
Alessandra Gagliano Candela -  
PAESAGGI DI UN'ESISTENZA- da "Omaggio a una pittrice Cecilia Ravera Oneto"- m&m Maschietto editore-Firenze  
aprile 2004
 
L'artista è stata uno dei protagonisti della pittura novecentesca in Liguria. Dopo aver frequentato l'Accademia Albertina e il Politecnico di Torino, cominciò ad esporre nel 1954 in ambito nazionale, partecipando a importanti mostre collettive e conseguendo premi e manifestazioni di prestigio. Il periodo iniziale del suo lavoro fu caratterizzato dall'accoglienza spoglia e disincantata di un realismo del tutto estraneo alle suggestioni mitiche della situazione italiana negli anni Trenta del secolo passato. Sempre preoccupata di raggiungere dati formali e stilistici corrispondenti all'accoglimento sensibile del suo sguardo e del suo giudizio, la Ravera Oneto trascrisse, prima, attraverso una scrittura pittorica tenera in chiave di accordi tonali e con un segno pensosamente assorto, il paesaggio nativo volgendo quell'attenzione negli anni Settanta a temi radicalmente esistenziali ovvero, con una pittura urgente e accesa di definizioni cromatiche, alle modificazioni degli aspetti naturali provocati dall'industria siderurgica. Nello stesso tempo, sviluppati ai confini di un espressiomismo algido, realizzò quadri ispirati all'ambiente sanitario, alle sale operatorie e alle nuove macchine per curare. Successivamente la sua pittura cedette il passo a una violenta e sensualissima interpretazione della natura. Restano indimenticabili certi suoi glicini abbacinanti e quelle sue vedute notturne emerse dall'accensione feroce del colore. Con la Ravera Oneto scompare uno di quegli artisti che contribuirono con la propria lirica e introspezione al vitalismo della pittura ligustica.  
(Germano Beringheli - Il Secolo XIX 29 ottobre 2002)
Cecilia Ravera Oneto era entrata nel mondo dell'arte fin dagli anni Trenta; nel 1954 aveva tenuto la sua prima mostra personale; e da lungo tempo era sulla cresta dell'onda, se si pensa che aveva esposto in varie città, in Italia e all'estero, e che gruppi di queste opere erano state via via inserite in collezioni pubbliche. Il personaggio, lo si ripete, era di una vitalità sorprendente; con una comunicativa, nell'espressione artistica, intensa e brillante, che corrispondeva al suo modo di essere come persona. Ma a questa sua vitalità istintiva si accompagnava una sostanziosa consapevolezza naturale. Nata a Camogli aveva frequentato il Politecnico di Torino e nella medesima città si era diplomata al Liceo Artistico: mostrando dunque subito interesse per le cognizioni tecnico/scientifiche che non contraddicevano, anzi nutrivano il suo istinto creativo. Aveva anche insegnato, mettendo così al servizio della comunità il frutto della sua esperienza e del suo sentimento dell'arte. (Rossana Bossaglia, La Casana n.1 2003)
vai al video dell'edizione del TGR RAI della Liguria del 30-04-04  
Opere conservate dalla Civica Galleria d'arte moderna di Genova ai Parchi di Nervi 
cliccando sui titoli evidenziati in blu è possibile vedere la foto dell'opera 
1940
olio su masonite cm. 62,5 x 80
1948
olio su tavola cm. 50 x 60
1949
olio su tavola cm. 40 x 50
1952
"Donna in cucina"
olio su tavola cm. 50 x 40
1953
"Paesaggio ligure"
olio su tavola cm. 60 x 80
1958
olio su tela cm. 60 x 70
1958
olio su tavola cm. 92 x 68
1965
"Fabbrica"
olio su tela cm. 80 x 100
1974
"Rianimazione"
olio su tela cm. 100 x 80
1975
"Ambiente asettico"
olio su tela cm. 80 x 100
 
"Chirurgia"
olio su tela cm. 300 x 200
1974
"La città"
olio su tela cm. 100 x 100
1977
"Schizzo"
tempera su carta cm.16 x 22
"Schizzo"
tempera su carta cm 16 x 22
1978
"Cavaliere"
olio si tela cm. 100 x 80
1981
"Rocce a Zoagli"
olio su tela cm. 60 x 80
1985
"Autoritratto, aspetti di una figura"
olio su tela cm. 100 x 120
1989
"Glicine. Sole sul glicine"
olio su tela cm. 120 x 150
1990
"Rinascita"
olio su tela cm. 100 x 120
1994
"Notte sulla città"
olio su tela cm.150 x 120
Tavolozza con contenitore
olio, compensato, metallo, cm. 35 x 48
Tavolozza con barattolo, tre coperchi e un tappo
olio, compensato, metallo, vetro, plastica cm. 11,5 x 32 x 39
Sedia - tavolozza
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