CECILIA RAVERA ONETO  
 pittore
Camogli 3 gennaio 1918 - Genova 27 ottobre 2002 
Uno dei più importanti pittori del Ventesimo Secolo in Liguria
anni '80 / '90  le ginestre 
 
 
 
 
LA CASANA N. 3/1999 - ECHI CARIGE  
 
Luglio-Settembre 1999 - Anno XLI  
Colpiti dall’iridescente intensità coloristica del quadro campeggiante al centro di pagina 46 dell’ultimo numero de "La Casana", alcuni affezionati ed attenti lettori della nostra rivista, riconoscendo immediatamente l’inconfondibile stile di Cecilia Ravera Oneto, ci hanno sollecitato ulteriori notizie su questa valente artista. Sottolineando preliminarmente che l’opera in questione, "Ginestre", è stata generosamente donata dalla pittrice alla vincitrice della XV edizione del Premio Rapallo Carige, Anna Maria Mori, ricordiamo che Cecilia Ravera Oneto, formatasi a Torino in ambiente casoratiano, ha esordito negli anni Quaranta con alcune opere d’intonazione post-impressionistica, privilegiando nature morte, paesaggi e figure umane. Dalla fine degli anni Cinquanta ha inizio la felice stagione di quel "romanticismo industriale" che l’ha resa nota al grande pubblico. Un originale paesaggismo costellato di fabbriche, capannoni, gru, ciminiere e altiforni, che testimonia le grandi trasformazioni subite dal territorio ligure ma, al tempo stesso, diviene espressione di un indefinibile stato d’animo segnato da uno struggente disincanto. Tra gli anni Settanta e Ottanta , riprendendo il "gusto per la pennellata di sostanza pastosa" delle origini, la Ravera Oneto rivisita, fra l’altro, l’antico tema dei fiori, offrendoci "deliziosi ed arguti arabeschi", avvinghiati in "mazzi esplosivi". Un’artista assai prolifica e di grande valore che ha saputo coniugare, con grande originalità, temi tradizionali e aspetti del mondo contemporaneo, straripante potenza espressiva e nostalgiche atmosfere esistenziali.
Cecilia è colore. Puro. Gli occhi del colore la attraggono e ogni cosa si avvita nel turbine dell'esistente. Quante volte Cecilia ha combattuto per aggiungere anche una piccola scheggia al mondo? Non lo sapremo mai. Piccole schegge? Taluni le chiamano misteri. Oggi di lei, non improprio, nella confusione dei linguaggi, è meglio parlare di glorioso, sonorissimo evento di vita che prorompe dalle pietre, dai fiori, dai mari: dagli occhi del ritratto medesimo che lei aiuta a nascere e che le è grato per averlo aggiunto quale forza speculare del suo soggetto.  
GIUSEPPE MARCENARO- 1988
L'artista genovese, tra i migliori della propria generazione, propone i risultati di una personale esplorazione del paesaggio ligure, da lei intrapresa dopo gli anni di una ricerca d'inflessione neorealista concentrata in vigoriose visioni di periferie industriali. Si confrontano tuttavia due fasi più ravvicinate nel tempo del suo lavoro, che si pongono quasi in contrappunto. Da un lato la materia spessa, petrosa di certe marine di qualche anno fa, nelle quali si esprimevano una tensione e una densità cromatica assai "forti"; dall'altro le più recenti tele, illuminate talvolta dal bagliore giallo delle ginestre, e in ogni caso accese da un colore che si fa naturalmente lieve, pur conservando inalterate qualità spiccate di gestualità e di sostanzialità. Il mutamento più interessante, fra i due momenti, è rappresentato da un recupero pieno, perentorio, compiuto da ultimo, del rapporto colore-luce.  
MAURO BOCCI - Ginestre sulle scogliere - IL SECOLO XIX 8 gennaio 1991